SINONIMI, CONTRARI ( di G. Coti Zelati ) parte seconda

 

RAPIDO. Sicuramente il piu' compreso tra gli aggettivi che descrivono le caratteristiche del galoppo del setter. Brevemente: non velocita' procurata da una serie di frequentissime e raccorciate battute costrette da spalla e braccio corti e/o diritti, tipo la velocita' espressa dal levriere per intenderci, che quello corre su brevi distanze ed in condizioni pressoche' anaerobica, bensi' rapidita' intesa come velocita'laddove le battute sono corrette sia per ampiezza ( braccio lungo in linea,nel momento di massima estensione,con una spalla lunga ma sopratutto ben inclinata) che per  frequenza. Che se la frequenza ha i ritmi di " ogni morte di vescovo " avremo quei galopponi lenti,molli,privi di energia e andremo a leggere " ..meglio se piu' energia nel galoppo.."  oppure " galoppo pesante..." o ancora  " .. galoppo allentato..". E questi non sono galoppi morbidi!!! bensi' galoppi privi della giusta rapidita' !! Nel caso contrario invece il galoppo prendera' i connotati di " nevrile ",  "denotante  nervosismo..", non sicuramente appartenente al setter. In entrambi i casi non potranno mai essere.... elegantissimi !!  Rapido inteso quindi come " veloce", " di giusta battuta " ( estensione e frequenza ), di giusta energia, che se solo diciamo energico corriamo il rischio che qualcuno possa confonderlo con impetuoso. NON IMPETUOSO  e non " poco impetuoso ", come  ebbe a intitolare qualcuno, ha da essere. A volte mi e' capitato di scrivere , in qualche relazione : " galoppo che antepone la forza alla fluidita'". A nche in questo caso ho utilizzato termini non presenti nello standard. Cio'nonostante mi sembra che non vi siano dubbi circa il fatto che un galoppo cosi' descritto si avvicini maggiormente all'impetuoso. Non penso si possa non capire o anche  solo equivocare. Generalmente questo tipo di galoppo si  presenta eretto, duro, e privo della dovuta morbidezza e radenza privandoci della visione di ".. un drappo di seta mosso da fili di acciaio che scorre sui binari ". Per finire, " composto " ed " in linea ". Si leggono spesso e spesso  a sproposito.  A volte sibillina scappatoia per descrivere il galoppo di chi nulla ebbe a trasmetterti. Sia in senso positivo che negativo. Non sono peculiarita' tipiche del laverack: le si potrebbe accreditare pure ad un pointer! Nell'accezione comune " in linea " viene erroneamente riferito alla dorsale intendendola parallela al terreno e ferma. Tecnicamente  " in linea " si dovrebbe riferire al parallelismo degli arti posteriori rispetto alla verticale del piano sagittale mediano. Ma anche se pur errato, se si vuole continuare a dare al " in linea " questo significato, ci puo' stare, l'importante che sia cosi' per tutti. L'importante e' capirci. La compostezza, legata alla meccanica viene privata da molteplici fattori. Da un garrese basso, da un posteriore privo delle giuste angolazioni e impedito a raccogliersi sotto di se' apparendo quindi rigido e di poca rotazione, da una groppa eccessivamente inclinata che impedisce un corretto movimento degli arti interessati impedendo loro di protendersi giustamente all'indietro offrendoci un posteriore " scattato ". E ancora da una spalla corta che non sfrutta, in primis, completamente  a dovere la spinta del posteriore nel guadagnare  centimetri in avanti ( ridotta oscillazione dell'arto ) , obbligando questo, il posteriore, nei casi piu' accentuati, " ad alzarsi " e, in secondo tempo , poco lo aiuta nella ripresa della battuta successiva, complice a volte  un metacarpo troppo disteso. E potremmo continuare . Scusatemi per questo fuorimano e concludiamo. Alla luce di quanto detto fino ad ora ritengo non indispensabile attenersi ai soli aggettivi previsti dallo standard, ma un corretto uso anche di altri aggettivi qualificativi sia piu' che legittimo  onde meglio poter dipingere questo galoppo dalla meccanica complessa e dalle infinite sfumature. E a produrre altrettante infinite discussioni. Ma, alla fine, l'importante e' capirci. Elegantissimamente.